Caro Giancarlo,
quando un anno fa è andata in scena la mia prima opera lirica “Edith”, confesso di aver avuto un lieve timore che la critica ritenesse questo lavoro un po’ fuori dai tempi, troppo “ Pucciniano”, eccessivamente melodico, in una parola anacronistico. Invece si è compiuto il miracolo e le recensioni sono state tutte entusiastiche , fino ad arrivare a qualcuno che ha ritenuto quest’opera, grazie proprio alla riscoperta della melodia, rivoluzionaria.

Ed è esattamente quello che penso io ascoltando questo tuo gioiello , in cui ancora una volta stravolgi le regole del gioco realizzando qualcosa che sta esattamente all’opposto di ciò che ci è dato ascoltare oggi, e cioè canzoni meravigliose e finalmente cantabili, interpretate in modo sublime, arrangiamenti classici e raffinati, insomma un sunto di tutto quello che è stato il percorso della tua vita artistica, dimostrando ancora una volta di avere le qualità che “ fanno” un musicista autentico: istinto e, soprattutto, cuore.

Lo hai rivelato in tutti questi anni, insieme a valori che,  nei tempi che viviamo, appaiono sempre più pallidi: chiarezza, lealtà, coerenza, amicizia , uniti sempre ad una determinazione rocciosa.

E quindi ti ringrazio, insieme a tutti quelli che ti stimano e ti vogliono bene, per averci regalato un disco commovente e rigoroso,  vero,  che non rappresenta la chiusura di un ciclo ma il primo capitolo di un nuovo, appassionante romanzo.
Ne abbiamo tutti bisogno.

Maurizio Fabrizio