Carissimo Giancarlo,
Averti conosciuto è stato un immenso dono, e sono orgoglioso di far parte dei tuoi “fratelli di musica”, molti dei quali ho seguito e stimato nel corso di vari decenni, ormai.
Il progetto di “Un mondo in cui credere” è qualcosa di veramente sfolgorante, estremamente coraggioso, davvero senza tempo.
E verrebbe da aggiungere per fortuna, visti i tempi anti-musicali che stiamo vivendo.
L’ho amato sin dal primo ascolto, che mi ha emozionato in crescendo, devo confessare, suppongo come da tua intenzione registica nella costruzione del percorso.
(E ovviamente ciò non implica che i primi brani siano meno “forti”, ma semplicemente che l’emozione a pelle per me ha seguito un climax preciso)
Avendo avuto anche la fortuna di lavorare con te a “Un mondo in cui credere” il libro, ormai alle battute finali, un libro nel quale hai voluto che io dessi voce alla tua vita oltre il primo periodo del famoso gruppo, sono ulteriormente orgoglioso. E sono pure sicuro che in quel volume molti scopriranno altri capolavori, altra melodia infinita.
Io stesso, riascoltando tutto quanto hai combinato nel tempo, ho scoperto gioielli che non conoscevo, e riassaporato perle di cui avevo solo un lontano, giovanile ricordo.
Farò il possibile per divulgare il disco, per quanto come tu sai io aborra il mondo “social”, e comunque spero davvero di riabbracciarti presto, oltre che di capire bene cosa vuoi combinare (ancora!!!) a teatro.
Magari, chissà, riabbracciarti sarà anche l’occasione per conoscere di persona gli altri “fratelli di musica” ben più importanti di me, cui amerei molto stringere la mano per quanto mi hanno donato nel tempo con le loro poesie e melodie.
Buon Natale, buon 2025, buona Musica -sempre- a tutti quanti
ANDREA PEDRINELLI