GIANLUCA FERRATO – Attore
Giancarlo Lucariello si fa epico.
Nel senso proprio etimologico della parola, e quindi “epos” che significa “parola”, ed in senso ancora più ampio “racconto”. Perché queste nove Romanze, la maiuscola è d’obbligo, sono come una narrazione. Le segui, le rincorri mentre le ascolti, le vorresti fermare per ascoltarle ancora meglio come fossero la trama di qualcosa. Un’opera? Un monologo cantato? Una serie di brani senza tempo? Non importa cosa siano: di fatto sono come un sipario che si apre e tu, che assisti, o ascolti, sei pieno delle migliori intenzioni, che una volta tanto, non vengono tradite. Anzi, ti fanno pensare che per il bello c’è sempre un posto dove approdare.
Avvalendosi di autori, Lucariello compreso, di chiara fama come usa dire, le note e le parole trovano un senso che sarebbe difficile pensare migliore di così. “Del perduto amore” e “Che mistero è l’amore”, i due soli brani editi, hanno un respiro più ampio, o forse ce l’hanno per la prima volta, nonostante il secondo dei due si fosse, a suo tempo, aggiudicato anche la vittoria ad un Festival di Sanremo. Ma qui la musica cambia. E’ tutto un “Bel canto”, immaginato nel luogo più adatto: quel “Golfo Mistico” di antiche tradizioni a cui, si torna con grande piacere. Non è un’operazione discografica arcaica, se ne fa un baffo della nostalgia, canaglia per definizione, e invece ti sorprende e un po’ ti fa rimanere attonito. Sguarnito ma non sgualcito.
Su tutto svetta la voce di Luca Notari, che non solo canta, ma impreziosisce ciò che qualcuno ha scritto. Non so, e non credo, pensando a lui, ma di fatto, tutto sembra scritto per la sua ammirevole voce. Voce che contiene in sé una nota costantemente preziosa e uno struggimento che sembra venire da molto lontano. Perché non c’è geografia, né provenienza alcuna quando si è bravi o bravissimi, come in questo caso Luca, è. Dopo tutto in alcuni di noi continua a vivere “l’eredità di un cuore immenso”. Sedetevi, datemi retta, e in religioso silenzio, come ho fatto io, ascoltate. Potreste scoprire che “l’arte dell’incontro” è una magnifica possibilità a cui ricorrere quando ne vale la pena.